L’opposizione tra le filosofie della sostanza e quelle del processo si può far risalire ai tempi di Parmenide ed Eraclito. Mentre tra le prime sono comunemente annoverate quelle filosofie che si basano sui concetti di sostanza ed essere, le seconde partono dal riconoscimento del divenire come fondamentale. Sono state considerate processuali delle filosofie molto eterogenee tra loro, quali quelle di Leibniz, Schelling, Hegel e Nietzsche. Tuttavia, è solo dall’inizio del secolo scorso, tra Inghilterra, Francia e Stati Uniti, che si può cominciare più propriamente a parlare di “pensiero processuale” (Process Thought), in riferimento specialmente alla filosofia di Alfred North Whitehead, nonché a quella di pensatori a lui coevi quali Henri Bergson e William James e anche di Charles Sanders Peirce, John Dewey, Samuel Alexander e C. Lloyd Morgan. Al cuore di questa concezione vi è la centralità della temporalità e delle relazioni, intese come elementi primi e imprescindibili per comprendere tanto le strutture della realtà quanto quelle del pensiero, su un piano sia ontologico che epistemologico. Il pensiero processuale cerca infatti di cogliere e descrivere i fenomeni nella loro intrinseca temporalità e relazionalità, superando e abbandonando le dicotomie concettuali che, come quelle di soggetto-oggetto e sostanza-qualità, hanno segnato la storia della metafisica.
Benché resti una linea minoritaria nella storia della filosofia antica e moderna (si veda Ronchi 2017), nel corso del Novecento l’approccio processuale ha esercitato una significativa influenza (più o meno diretta) su diversi autori, da Maurice Merleau-Ponty a Gilbert Simondon, da Gilles Deleuze a Isabelle Stengers e Bruno Latour, ma non solo. È nel nesso con altri campi del sapere che il pensiero processuale ha mostrato la sua peculiare fecondità: si consideri su tutti il caso della biologia, in particolare le ricerche di Joseph Needham, Joseph Woodger e Conrad Waddington (e poi, in filosofia della biologia, Nicholson e Dupré 2018). La filosofia del processo non si esaurisce però nel porre le basi per una nuova “filosofia della natura”. Al centro dell’interesse rinnovato verso la filosofia processuale vi è primariamente la ricerca di categorie e strumenti concettuali che permettano di comprendere nella loro irriducibile complessità fenomeni vecchi e nuovi, in relazione tanto alle scienze umane quanto a quelle naturali: oltre alla filosofia dell’ecologia (Latour 2020, Stengers 2021), si pensi alla filosofia della fisica (Epperson 2004, McHenry 2015), alla filosofia della tecnologia (Hui 2019, Coeckelbergh 2021), alla filosofia dell’educazione (Petrov 2020), ma anche alla psicologia (Stenner 2018) e non solo.
La sfida di questo numero di Philosophy Kitchen è quella di chiarire quali sono i capisaldi dell’approccio processuale, ossia di mettere in luce i punti di forza teoretici di questa impostazione, che risulta oggigiorno così promettente. Sviluppare gli strumenti concettuali, logici, epistemologici e ontologici per pensare il processo è un compito urgente, se si vuole evitare che la dicitura “filosofia del processo” si riduca a un vacuo ritornello indicante una generica e sommaria opposizione alla presunta staticità della metafisica tradizionale.
Come indicato dal sottotitolo, le vie suggerite per giungere a un tale chiarimento sono tre. La prima via (“Storia”) si incentra su un’analisi teorica delle proposte già avanzate da alcuni pensatori del secolo scorso (e non solo). Ad esempio, la possibilità di spingere il pensiero al di là della forma soggetto-predicato e della correlata metafisica della sostanza caratterizza molte delle filosofie sopra menzionate, si veda a tal proposito la logica dei relativi di Peirce (Brioschi 2023). La seconda (“Categorie”) si concentra sull’elaborazione di una logica, epistemologia e teoria delle categorie propriamente processuale, mettendola a confronto con altri indirizzi e orientamenti filosofici. Infine, la terza (“Applicazioni”) mostra la forza di un approccio processuale in atto considerandolo in riferimento a singoli case studies o temi specifici.
I contributi possono essere rivolti alle seguenti questioni, nonché ad altre affini:
- Come collocare dal punto di vista della storia della filosofia i vari tentativi di cogliere la realtà come processo, anziché come sostanza o insieme di sostanze? Quali pensatori o correnti di pensiero non possono essere trascurati a questo fine? Quale il loro apporto teorico specifico?
- Spesso la filosofia del processo è presentata come una filosofia dell’esperienza: come si può definire la sua peculiarità, a confronto con altre tradizioni?
- È possibile comprendere il processo? Se sì, quali sono le “categorie” che meglio permettono di concettualizzarlo? Quale rapporto istituire tra il processo e quegli aspetti dell’esperienza che, almeno apparentemente, si sottraggono ad esso (come le leggi di natura)?
- Quali strumenti formali (ad esempio, la logica delle relazioni) possono sostenere una filosofia di tipo processuale? Quale rapporto intrattengono con il pensiero speculativo?
- Quali sono le possibili applicazioni del processo, da un punto di vista sia epistemologico che ontologico, nei vari ambiti del sapere: dalla biologia all’economia, dalla tecnologia all’educazione?
- Uno dei temi caratteristici della filosofia del processo è quello della creatività. A fronte degli avanzamenti delle ricerche interdisciplinari sul tema, qual è il contributo che un approccio di tipo processuale può avere oggi?
A partire dalle domande sollevate, ecco un elenco non esaustivo dei temi che invitiamo a considerare nelle proposte:
- la filosofia del processo come alternativa a quella della sostanza nella tradizione del pensiero occidentale (e non solo): autori e peculiarità
- i concetti propri della filosofia del processo: categorie e paradigmi
- filosofia del processo e filosofia analitica: quali punti di intersezione?
- relazione possibile tra la filosofia del processo e la centralità della temporalità quale orizzonte ultimo della costituzione tanto delle oggettualità quanto del soggetto conoscente in seno alla tradizione fenomenologica, con particolare riferimento a Husserl e Merleau-Ponty
- approcci formali e logiche del processo
- logica e metafisica delle relazioni
- l’evento come categoria processuale
- creatività e novità
- orientamenti processuali in filosofia della scienza (fisica, biologia, matematica, medicina)
- il pensiero processuale in letteratura e arte, psicologia ed educazione
- il tema del processo in architettura (teorie del progetto, sociologia e teoria dell’architettura, ecc.)
- applicazioni della filosofia processuale (case studies)
Bibliografia:
Brioschi, M.R. (2020). Creativity between Experience and Cosmos: C.S. Peirce and A.N. Whitehead on Novelty. Freiburg/München: Verlag Karl Alber.
Brioschi, M.R. (2023). “The Dismissal of ‘Substance’ and ‘Being’ in Peirce’s Regenerated Logic”, Logic and Logical Philosophy 32, pp. 217-242.
Coeckelbergh, M. (2021). “Time Machines: Artificial Intelligence, Process, and Narrative”, Philosophy & Technology 34, pp. 1623–28.
Epperson, M. (2004). Quantum Mechanics and The Philosophy of Alfred North Whitehead. Fordham: Fordham University Press.
Frigerio, C. (2023). Ricomporre un cosmo in frammenti: Il dibattito sulle relazioni interne ed esterne. Milano: Mimesis.
Hui, Y. (2019). Recursivity and Contingency. London & New York: Rowman & Littlefield.
Latour, B. (2020). La sfida di Gaia: il nuovo regime climatico. Tr. D. Caristina, Milano: Meltemi.
McHenry, L. (2015). The Event Universe: the Revisionary Metaphysics of Alfred North Whitehead. Edinburgh: Edinburgh University Press.
Nicholson, D. & Dupré, J. (2018). Everything Flows: Towards a Processual Philosophy of Biology. Oxford: Oxford University Press.
Petrov, V. (2020). Elements Of Contemporary Process Philosophical Theory of Education and Learning. Louvain-la-Neuve: Les Editions Chromatika.
Rescher, N. (2000). Process Philosophy: A Survey of Basic Issues. Pittsburgh: University of Pittsburgh Press.
Ronchi, R. Il canone minore: verso una filosofia della natura. Milano: Feltrinelli.
Stengers, I. (2021). Nel tempo delle catastrofi: resistere alla barbarie a venire. Tr. N. Manghi, Torino: Rosenberg & Sellier.
Stenner, P. (2018). Liminality and Experience: a Transdisciplinary Approach to the Psychosocial. London: Palgrave Macmillan.
Vanzago, L. (2021). Concrescence and Transition. Whitehead and the process of subjectivation. Milano: Mimesis International.
Whitehead, A.N. (1929). Process and Reality. Corrected Edition. a cura di D.R. Griffin and D.W. Sherburne. New York: Free Press, 1978. Whitehead, A.N. (1938). Modes of Thought. New York: Free Press, 1968.
Procedura:
Per partecipare alla call, inviare all'indirizzo redazione@philosophykitchen.com e a quello dei curatori in cc. mariaregina.brioschi@unimi.it e christian.frigerio1@unimi.it entro il 28 febbraio 2025, un abstract di massimo 4.000 caratteri, indicando il titolo della proposta, illustrando la strutturazione del contributo e i suoi contributi significativi, e inserendo una bibliografia nonché una breve biografia dell’autore o dell’autrice.
L'abstract dovrà essere redatto secondo i criteri scaricabili qui [Template Abstract], pena esclusione.
Le proposte verranno valutate dai curatori e dalla redazione. I contributi selezionati, che saranno sottoposti a double-blind peer review.
Lingue accettate: italiano, inglese.
Calendario:
- 28 febbraio 2025: invio abstract
- 31 marzo 2025: notifica accettazione/rifiuto della proposta
- 30 settembre 2025: invio dell'articolo
- 31 gennaio 2026: comunicazione degli esiti della double-blind peer review