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PK# 5 \ L’impersonale. Si pensa, si sente, si crea
Rivista / Settembre 2016Il tema dell’impersonale costituisce il fulcro di un dibattito odierno forse sfuggente ma variamente presente in assi tematiche e ambiti di ricerca assai differenti. Si tratta, molto in generale, di un tentativo di rimettere in discussione la nozione di soggettività, antropologicamente circoscritta, per giungere a teorizzare una sorta di spazio impersonale, capace di fondare e articolare le linee dell’intero piano della realtà concretamente esperibile. Si potrebbe obiettare che un simile tema mantenga un’impostazione di tipo “metafisico”, intesa in senso negativo, come fautrice di una speculazione antiquata, piattamente astratta e slegata dalla contemporaneità. A questa obiezione, che tende a schivare con forse troppa leggerezza gli ammonimenti heideggeriani e derridiani – è possibile uscire dall’epoca della metafisica? O meglio, è possibile una filosofia che non sia per ciò stesso metafisica? – corrisponde un atteggiamento oggi ben radicato, che tende a svalutare il pensiero “puro”, considerato logoro e inadatto a cogliere le linee in cui si articola il mondo di oggi.
Affrontare l’impersonale altro non significa se non riformulare la questione trascendentale della fondazione, ossia del rapporto e della connessione tra dato empirico e pensiero, concetti e realtà, ontologia e epistemologia, soggetto e oggetto, anima e corpo. Occuparsi dell’impersonale può voler dire porre una questione dal sapore evidentemente genetico, volta a indagare il sorgere stesso del reale; quel momento intensivo che ci fa transitare verso la realtà che esperiamo quotidianamente, dal piano di immanenza deleuziano alla spaziatura derridiana, passando per la questione della sintesi passiva in Husserl – per limitarsi a qualche breve esempio. D’altra parte riflettere sull’impersonale significa praticare un pensiero critico nei confronti di un’istanza, quella del soggetto, che costituisce ancora uno dei poli problematici fondamentali della riflessione filosofica. Dalla critica “biopolitica” dell’interiorità agostiniana e della nozione di “persona” al ripensamento profondo (antropologico, farmacologico, sferologico) della tecnica, passando per l’atmosferologia come decostruzione dell’introiettivismo patico, chi si interroga sull’impersonale ambisce così a demitizzare gran parte del soggettivismo che ha caratterizzato la riflessione filosofica almeno da Descartes in avanti.
Non meno importanti i contributi provenienti dal côté più strettamente biologico e vitalista, che prende le proprie mosse dalla vivace ricezione francese del bergsonismo nel secondo dopoguerra. A orientare questo filone è l’idea di un divenire organico della vita, in opposizione ai vari riduzionismi neopositivistici – fisiologia, psico-fisica, etc. - promotori di una suddivisione del vivente in semplice somma di parti meccaniche, aggregabili e quantitativamente misurabili. Figure come Raymond Ruyer, Georges Canguilhem e Gilbert Simondon, tra le altre, inaugurano così un pensiero fisico-biologico (e filosofico) che pone il proprio accento sul rapporto tra individuo e ambiente, tra virtualità preindividuale e meccanismi di attualizzazione.
La questione dell’impersonale non ha evidentemente limitazioni tematiche né frontiere ben circoscrivibili, ma si distribuisce piuttosto all’interno di una serie di incroci tra punti di vista e contesti cronologico-geografici differenti, che il seguente numero vorrebbe provare a far dialogare.
A cura di Carlo Molinar Min e Giulio Piatti
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DOI: https://doi.org/10.13135/2385-1945/5.2016
Pubblicato: settembre 2016
Indice
Editoriale
C. Molinar Min, G. Piatti - L’Impersonale. Prospettive e implicazioni [PDF It]
A. L’impersonale. Oltre i confini del soggetto*
R. Esposito - L’impersonale, tra persone e cose [PDF It]
R. Ronchi - Sulla genesi impersonale dell’esperienza [PDF It]
T. Griffero - Buone regressioni. Meità o impersonalità alla luce della Nuova Fenomenologia [PDF It]
G. Leghissa - Gli invarianti storico-antropologici in una prospettiva fenomenologica. Per una fondazione trascendentale dell’impersonale [PDF It]
F. Vitale - Sopravvivere. Per la biodecostruzione di Jaques Derrida [PDF It]
U.M. Ugazio - Gilbert Simondon: un’assiomatica aperta [PDF It]
A. Lucci - La maschera e la morte. Sulla categoria di impersonale, da una prospettiva storico-culturale [PDF It]
B. Genesi
P. D’Amato - Una vita oltre la maschera: Panimmaginismo e immanenza [PDF It]
Z. Dimitrova - The Impersonal: Superadditive Cosmology [PDF En]
G. Vissio - Fatti, valori e norme. La libertà dell’impersonale in Georges Canguilhem [PDF It]
C. Vita
V. Cavedagna, D. Poccia - «Come i cirri delle piante rampicanti». Ruyer e lo spazio dell’impersonale [PDF It]
N. Tosel - Una vita come campo trascendentale impersonale. La ricezione deleuziana di Ruyer [PDF It]
D. Proposte
F. Luisetti - Demons of the Anthropocene. Facing Bruno Latour’s Gaia [PDF En]
P. Amoroso, G. De Fazio - Istituzione e processi di individuazione. Per una ecologia dell’impersonale [PDF It]
E. Estetiche
P. Montebello - L’art, avec et contre l’être. Levinas-Deleuze [PDF Fr]
E. Marra - L’inquietudine bestiale: «The lobster» come esperienza dell’impersonale [PDF It]
*Atti del convegno svoltosi a Torino il 28 e 29 aprile 2016, organizzato da Gaetano Chiurazzi, Carlo Molinar Min e Giulio Piatti, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Torino e del dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione, e in collaborazione con Philosophy Kitchen. Rivista di filosofia contemporanea.
Si desidera qui ringraziare il professor Roberto Salizzoni per il sostegno e i preziosi suggerimenti nel corso delle fasi di organizzazione del convegno.
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#philosophers #1 – Francesco Vitale
#philosophers, Serial / Settembre 2015Nella prima puntata di #philosophers, abbiamo incontrato Francesco Vitale, professore di estetica presso l'Università degli Studi di Salerno e studioso di Derrida. Abbiamo parlato di decostruzione, cinema, beach bar, futuro del pensiero, e molte altre cose ancora.