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Muoversi comporta costruire spazi. Che gli spazi siano costruiti non significa che la materialità di pianure mari monti fiumi foreste sia irrilevante: anzi, è proprio a partire dai vincoli imposti da tale materialità che procede il processo di ominizzazione. Il compito delle scienze umane, allora, consiste nel pensare l’intreccio tra questi vincoli ‒ la datità dell’elemento geografico, potremmo dire ‒ e quegli atti, collettivi e individuali, di conferimento di senso che rendono gli spazi l’a priori materiale della storicità. Non c’è storia, infatti, se non a partire da una geografia, come non c’è un abitare gli spazi del mondo che non sia impregnato dei significati che una collettività di parlanti condivide.
Il presente numero vuole invitare a riflettere sulle strutture categoriali che stanno alla base del cosiddetto spatial turn occorso nelle scienze umane. Si tratta di una svolta che ha accompagnato la necessità di analizzare attraverso uno sguardo unitario una serie di processi storici, culturali e politici che, in varia misura, mettono in evidenza come la comprensione delle pratiche sociali contemporanee debba partire dall’analisi dei modi in cui, di volta in volta, si attua l’entanglement (per usare l’espressione dell’archeologo Ian Hodder) tra spazi e pratiche sociali. Con il termine “globalizzazione” altro non si intende, infatti, che il modo in cui si dispongono l’uno accanto all’altro i vari spazi di flussi entro i quali i processi di soggettivazione hanno luogo. L’enumerazione di questi ultimi fa ormai parte delle retoriche che il senso comune utilizza per definire i tratti più caratteristici e maggiormente salienti della contemporaneità. Abbiamo il flusso di micro-organismi e agenti patogeni, il flusso di informazioni che circola nel web, il flusso delle materie prime e delle merci, il flusso di capitali che il mercato dei prodotti finanziari sposta incessantemente, il flusso dei lavoratori della conoscenza, il flusso dei migranti, il flusso dei rifiuti, i processi di gentrificazione e di trasformazione delle aree urbane, e infine i flussi di gruppi di specialisti, tecnologie informatiche e armi generati dalla gestione geostrategica delle varie aree del pianeta.
A cura di Carlo Galli
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DOI: https://doi.org/10.13135/2385-1945/2.2015
Pubblicato: marzo 2015
Indice
Editoriale
Carlo Galli - The Rise and Fall of Modern Political Space [PDF En]
Quadrante I
Marcello Tanca - Sensus maxime cognitivus. Sinestesie come critica della "Ragion spaziale" [PDF It]
Piero Falchetta - Spazio, luogo, mappe (con una postilla) [PDF It]
Quadrante II
Luigi Giroldo - Immagini del mondo e strategie politiche. Lo spazio tra Foucault e Marx [PDF It]
Gianpaolo Cherchi - Pensare la differenza dalla storia allo spazio. Adorno incontra Deleuze [PDF It]
Quadrante III
Luca Mori - L'evoluzione dell'infosfera come emergenza di un terzo connettoma [PDF It]
Giacomo Pozzi - Heidegger ai margini. Antropologia e trasgressione dello spazio urbano: un caso studio [PDF It]
Traduzioni
Peter Sloterdijk - Teoria delle sfere: Monologo sulle poetiche dello spazio [PDF It]
Bruno Latour - Sfere e reti: due modi per interpretare la globalizzazione [PDF It]