Dal 27 agosto al 4 settembre 1955 si tiene a Cerisy-la-Salle un convegno, organizzato da Jean Beaufret, dal titolo Qu’est-ce que la philosophie? Autour de Martin Heidegger, con la presenza del filosofo tedesco. Ricordiamo che Beaufret è all’epoca il principale diffusore del pensiero heideggeriano in Francia, nonché il destinatario della Lettera sull’«umanismo». Preparandosi al viaggio, Heidegger esprime un desiderio: «Sarei molto lieto di fare conoscenza con Georges Braque e René Char». C’è da chiedersi come egli sia entrato in contatto con l’opera del poeta francese. A fare da tramite è stato probabilmente Roger Munier, amico e traduttore del filosofo. Infatti due anni prima egli aveva indirizzato a Char una lettera in cui chiedeva: «Accetterebbe che io scriva di lei a Heidegger? Mi sembra che, se la conoscesse, riconoscerebbe in lei uno di quei “pensatori essenziali” le cui intuizioni raggiungono le proprie. Heidegger allea sempre “die Denkenden und die Dichtenden”, i “pensatori e i poeti”, in una medesima stima. Penso che sarebbe felice e onorato di ricevere i suoi libri». In considerazione del desiderio manifestato da Heidegger, a Char perviene un invito a recarsi a Cerisy. Ad Albert Camus, che glielo ha trasmesso, confida di aver poca voglia di partecipare al convegno, ma aggiunge subito: «Scriverò ad Heidegger per proporgli di incontrarlo in un colloquio privato». Ciò conduce al famoso «dialogo sotto il castagno», che ha luogo a casa di Beaufret, nel quartiere parigino di Ménilmontant. Da questo evento-simbolo del connubio tra filosofia e poesia nel Novecento prende avvio un rapporto di amicizia per nulla prevedibile, anzi per certi aspetti problematico. Infatti ad essere in causa sono uno scrittore che durante la guerra è stato uno dei capi della Resistenza antitedesca nel sud della Francia e un pensatore che, per un periodo non facile da delimitare nel tempo, ha dimostrato simpatia e collusione nei confronti del nazismo. Da qui la sorpresa che suscita l’attitudine tollerante del poeta verso qualcuno che poteva anche apparirgli, in prima istanza, come un avversario politico.
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A cura di:
Giuseppe Zuccarino è critico e traduttore. Ha pubblicato vari saggi: La scrittura impossibile, Genova, Graphos, 1995; L’immagine e l’enigma, ivi, 1998; Critica e commento. Benjamin, Foucault, Derrida, ivi, 2000; Percorsi anomali, Udine, Campanotto, 2002; Il desiderio, la follia, la morte, ivi, 2005; Il dialogo e il silenzio, ivi, 2008; Da un’arte all’altra, Novi Ligure, Joker, 2009; Note al palinsesto, ivi, 2012; Il farsi della scrittura, Milano-Udine, Mimesis, 2012. Tra i libri da lui tradotti figurano opere di Mallarmé, Bataille, Klossowski, Blanchot, Caillois e Barthes.